Il PraDeLaFam.
|
Perche' questo nome "Pra' De La Fam" (traduzione: il prato della fame)?
Frequento questo bellissimo spot fin dagli albori del windsurf gardesano (primi anni 80') quando succedeva ancora che in un lunedi' di Pasqua molto ventoso mi sentivo sollevato dal fatto che al mio arrivo c'era gia' sul posto un'altro surfista e quindi non dovevo arrischiarmi in una uscita in solitario.... altri tempi!
|
Narra Silvan Cattaneo, salodiano scrittore del XVI secolo, che prato della fame ebbe nome quel luogo perche' ivi spesso contrastati da fieri venti e burrasche, eran costretti a fermarsi i naviganti per un giorno intero e anco due, senza aver modo, se mancavano di vettovaglie, di procacciarsene per la lontananza di paesi che l'irto monte postogli dietro nasconde e allontana.
"Prato della fame": da secoli si e' cercato di spiegare il nome del luogo. Se Bongiani Gratarolo ha osservato che in esso non si poteva, in effetti, ne' macinare cereali ne' cuocere il pane, altri (come Silvan Cattaneo) ha riferito la leggenda dei pescatori che erano costretti dalla burrasca ad approdare alla piccola spiaggia e a rimanervi poi, senza cibo, il tempo necessario perche' il lago si calmasse.
|
|
|
Questa seconda spiegazione e' quella che ha avuto piu' fortuna.
Alla fine del secolo scorso, infatti, torna ad essere proposta in una Guida del lago di Garda: al porto di Tignale (scrive Ottone Brentari nel 1896) non si trovano "che un paio di casucce e cedraie. La localita' e' detta Pra' della Fame; e cio' perche', come vuole una tradizione, alcuni naufraghi qui gettati da una burrasca, vi dimorarono per piu' giorni, senza potersi allontanare ne' per acqua ne' per terra, e soffrendo la fame; finche' furono salvati da alcuni pescatori".
|
Per i dettagli descrittivi "surfistici" dello spot vedi il PraDeLaFam, nella sezione "Gli spot del Garda".
Informazioni tratte dall' opuscolo "La limonaia al Pra' del la fam" (D. Fava, G. Cigiognetti, G. Pelizzari). Quaderni gardesani per la storia, l'arte, il territorio/10
|